Aprilia RS 250, Genesi di un capolavoro
Due tempi bei tempi. Questa frase si sente ripetere spesso in alcuni gruppi di amanti e nostalgici di quei motori irripetibili, estremamente potenti quanto difficili da gestire e molto, molto inquinanti. Questi gruppi tengono in vita un ricordo molto vivido soprattutto in quelli che hanno tra i 40 e i 50 anni di età. Ricordo, che lentamente e inevitabilmente si perderà nei meandri del progresso e nell’impossibilità per i giovani sfortunati di oggi di comprendere il fascino che suscitavano quelle moto. “Le moto da corsa sono le due tempi” disse una volta un certo Valentino Rossi e questo lo pensano ancora in molti. Moto Senza filtri, La centralina era dentro la testa del pilota che doveva gestire tutte le sensazioni che arrivavano dalle ruote. Un unico filo diretto tra il cervello e il gas niente di più. I meccanici e gli ingegneri dovevano solo trovare il modo di rendere il piu guidabile possibile la moto .
C’e’ una moto in particolare che rappresenta un po’ ad unanimità, specialmente in Italia, la vera icona su due ruote delle moto due tempi di allora e di tutta quella classe di prototipi. Vinse mondiali a ripetizione, monopolizzando al suo apice il mondiale delle quarto di litro. La Aprilia RS250. Un po’ come accade oggi con la Ducati, se non avevi un Aprilia non potevi lottare per il mondiale insieme ai migliori, a meno che non ti chiamassi Max Biaggi e ad un certo punto vinci un mondiale su una Honda in mezzo a 5 targati Noale…ma questa, è un altra storia. (Solo per pochi)
IN PRINCIPIO CI FU Aprilia AF1 250
La carriera di Aprilia nel motomondiale classe 250 fu voluta o meglio messa insieme dall’ imprenditore e Presidente di Aprilia Ivano Beggio, dal team menager Michele Verrini e dal Pilota Loris Reggiani. La scelta di Beggio fu assolutamente la migliore che potesse fare per lanciare l’azienda, difatti, partecipando alle massime competizioni, che sono da sempre la vetrina migliore che ci possa essere, non ci mise molto a costruire e vendere al pubblico moto eccezionali denominate “replica” di piccola cilindrata diventate da li a poco oggetto del desiderio tra i giovani e che poi si sono trasformate in delle vere e proprie icone. Con il tempo abbiamo capito quanto un appassionato di oggi potrebbe follemente sborsare per averne una. Tutto Ebbe inizio nel 1985 con la Nascita della Aprilia 250Gp denominata guarda la coincidenza. AF1. -Acronimo di Aprilia Formula 1 –
La moto era costruita sulle misure del Pilota Reggiani compreso il suo telaio Bitrave con elementi scatolati in alluminio . Il motore, (ricordiamoci che Aprilia non li costruiva ancora) era un Rotax, dell’azienda austriaca con cui Aprilia collaborava già da tempo e che comunque avrebbe continuato per la commercializzazione dei motori che equipaggiavano le 125cc in vendita di li a poco. Il bicilindrico da 250 aveva un architettura con i cilindri messi curiosamente in Tandem, ossia uno davanti uno dietro e sprigionava una potenza di tutto rispetto per l’epoca (75cv).
il debutto nel 1985 con una moto semi amatoriale fu a dir poco esaltante tanto che Reggiani conquistò subito dei podi e Aprilia arrivò terza nella classifica costruttori ma comunque ad un abisso di distanza da Honda e Yamaha.. c’era ancora molto da fare. Per arrivare alla prima vittoria di Reggiani si dovette Aspettare il 1987 nel GP di San Marino.
Fu da lì che Beggio si convinse a creare un reparto corse dedicato all’ interno della fabbrica in modo da spendere parte delle energie nella ricerca e lo sviluppo ( Aprilia Racing) . La Casa di Noale ci mise ben poco a costruire la prima replica con cilindrata 125cc con la stessa grafica della 250 GP. La Aprilia 125AF1 Reggiani Replica nel 1987.
Nel 1991 Aprilia fa un importantissimo passo avanti arrivando così a un punto di svolta che ne ha fatto decollare la competitività. L’ architettura del motore infatti passò da quella in “tandem” a quella a V di 90° cambiando interamente la termica e il sistema di raffreddamento. Anche il telaio ricevette importanti aggiornamenti unendo all’alluminio degli innesti in carbonio per aumentare la rigidezza. La moto cambiò nome diventando AF1/V dove V sta proprio per il tipo di motore. L’ evidente passo avanti permise ad Aprilia di conquistare due vittorie, Una di Reggiani e una di Pierfrancesco Chili. Era il 1991 e nel frattempo un certo Max Biaggi si aggiudicò il titolo Europeo nella classe 250 sempre con Aprilia. Come vedete il puzzle si stava lentamente componendo, di li a poco sarebbe nato qualcosa di straordinario.
L’ ultimo anno nelle gare della Aprilia AF1 250 fu il 1992. In quell’ anno Aprilia raggiunse un livello di competitività altissimo e fu proprio ad Hockenheim che arrivò la prima tripletta con Chili Biaggi e Reggiani, poi replicata a Kyalami con la prima indimenticabile vittoria di Max Biaggi.
Nel frattempo le 125 AF1 Aprilia continuavano ad essere vendute ai sedicenni con le grafiche sempre più belle delle 250 da gran premio e nel 1991 in vendita c’era infatti ancora una volta la Replica dedicata a Reggiani. La AF1 Futura . Il motore era sempre l’evoluzione del primo Rotax continuamente aggiornato. I ragazzi dell’ epoca erano completamente rapiti da queste moto che erano diventate veri e propri oggetti del desiderio, sempre più raffinate e soprattutto veloci. Piccoli missili per sognatori
1993 NASCITA DELLA PRIMA Aprilia RS 250
Eccola qua, bella, nera, Chesterfield. Questa moto da lì a poco avrebbe dominato quasi incontrastata fino alla fine della categoria 250. Era il 1993 e apparve la prima RS 250v. Nel frattempo Biaggi passò per un anno sulla Honda NSR dove non raccolse evidentemente i risultati sperati e Loris Reggiani Sulla RS arrivo davanti al Romano in classifica generale dopo una prima metà di stagione traballante. Fu nel 1994 con dei nuovi aggiornamenti al telaio che le cose nel mondiale 250 cambiarono per sempre. Biaggi tornò in Aprilia e da lì in poi fu un dominio praticamente assoluto. Si aggiudicò 3 Mondiali consecutivi dal 1994 al 1996. La consacrazione di una moto che finalmente non era più alla rincorsa delle Giapponesi ma anzi da ora in poi i ruoli si sarebbero definitivamente invertiti.
Sull’onda dell’entusiasmo di questi tre titoli mondiali in Aprilia si decise di fare un passo veramente importante. Oltre alla produzione e il restyling della nuova RS 125 esteticamente estremamente simile alla moto che correva nel 93 ma ora in colorazione nera Chesterfield denominata Max Biaggi, venne messa in vendita anche la versione 250 sempre nella stessa colorazione per rendere omaggio ai titoli conquistati dal romano. Se ci penso adesso mi vengono i brividi. Quella moto da nuova era pura fantascienza.
LA NASCITA DELLA VERSIONE STRADALE
La moto fu presentata per la prima volta al salone di Colonia del 1994 con una bellissima livrea replica Reggiani, grigio, rosso e viola; a renderla ancora più riconoscibile e distinguibile dalla 125 c’era doppio scarico con due silenziatori in carbonio sovrapposti. L’impatto estetico della RS era forte, trasudava corse e Gran premi ovunque la si guardasse, un vero e proprio omaggio a quella moto finalmente vincente. Italiana. Anche se non al 100%. A ricordare questo nella versione da Gara c’era ancora sotto le carene un motore Austriaco Rotax a V da 250cc.
Per la versione stradale le cose andarono ancora diversamente. I tentativi di addomesticare il motore da corsa andarono falliti, probabilmente non sarebbe stato impossibile da fare ma estremamente più costoso. Allora in Aprilia decisero di bussare alla porta dei rivali del sol levante che un motore a V lo avevano di già e che equipaggiava un altra icona 2 tempi, la Suzuki RGV 250 gamma. La moto somigliava esteticamente molto alla 500 due tempi da corsa di Kevin Schwantz del 1991 ma non trovava riscontro nella classe 250. In quegli anni del dominio di Biaggi la casa nipponica si era ritirata. Suzuki stava ritirando dal mercato europeo anche la Gamma 250 stradale e quando gli venne proposto di fornire i loro motori ad Aprilia molto probabilmente stapparono dozzine di bottiglie di Champagne. Avevano motori in quantità. L’ unica modifica che venne richiesta da Aprilia fu all’ impianto di raffreddamento del propulsore oltre ad altre cosette. Il risultato fu che l’ architettura a V del motore rimase, la potenza venne portata a 70cv e a vedere il motore sembrava effettivamente un pezzo costruito da Aprilia, compresi gli stampi Aprilia Racing sui Carter.
Ora, a molti di voi potrà suonare strano e lo capisco, una moto italiana così esclusiva con un motore Suzuki… vero…ma vi assicuro che allora venivano considerate due cose diverse, viste anche alcune differenze tra i motori e senza neanche tutta l’ informazione che c’ è oggi. Insomma la sensazione era quella di una moto Aprilia in tutto e per tutto. Lo dico meglio. La sensazione all’ epoca era che Aprilia avesse differenziato così tanto il motore della Gamma da renderlo un pezzo originale.
Nel frattempo i mondiali in 250 erano dominati a Turno da i vari piloti, soprattutto italiani che sono arrivati dopo Biaggi. Nel 98 fu il turno di Capirossi in lotta dentro un anno tutto Aprilia in cui addirittura un 41enne di nome Marcellino Lucchi vinse uno straordinario GP al Mugello. Il 99 fu l’ anno di Valentino Rossi e delle sue straordinarie Gag. Nel 2002 invece si impose Marco Melandri seguito l’ anno dopo dal San Marinese Manuel poggiali. Dopo due anni fu il momento della doppietta di Jorge Lorenzo nel 2006 e 2007 sulla Rsw 250 che era una delle ultime evoluzioni della RS. Chiuse definitivamente la striscia di mondiali Marco Simoncelli sulla Gilera RSA 250 nel 2008 che era una Aprilia RS che aveva semplicemente prestato La moto alla Gilera per una semplice questione di marketing.(Magheggi Gruppo piaggio) Come oggi sta facendo in motoGp KTM con Gas Gas, per capirci
La versione stradale proseguì la sua carriera fino al 2002 con un aggiornamento estetico nel 1998 che andava a ricalcare la linea della versione da Gran Premio. Giusta osservazione, Era più bella Prima. Di colorazioni Replica ne uscirono molte compresa una speciale Valentino Rossi, Mugello 99 figli dei fiori.
Bene, il nostro percorso finisce qui, Questa è stata la storia della Nascita di un vero e proprio Capplavoro Aprilia. È Grazie soprattutto a questa moto che Aprilia è diventata quello che è oggi .Un parallelismo tra moto da Corsa e repliche stradali, prima con le 125 a cui si aggiunse la ciliegina sulla torta con la 250. Un omaggio ad una grande moto e ad un sogno tutto Italiano che si chiuse con l’ avvento della moto2 ma che ancora oggi porta con sé tanto interesse, tanti appassionati e nostalgici.