Come nasce la passione per le moto? La risposta è nel DNA #100 articoli
“Gli psicologi sanno dagli studi che il 60% dei tratti della personalità sono ereditari, al restante contribuisce l’ambiente e l’educazione” Per festeggiare il Centesimo articolo di motohub.it voglio parlare di come può nascere la passione per le moto e da dove essa può provenire. Questo blog infondo ha preso vita da questa mia passione e mi sembra giusto omaggiarlo in questo modo. Vorrei parlare di come è nata nel mio caso e Vorrei con voi analizzare un concetto. Come è che uno si appassiona ad una cosa piuttosto che un altra? Come mai sono diventato appassionato di moto?? La risposta può sembrare certamente banale ma comunque molto interessante analizzare vari aspetti.La passione per le moto è un sentimento potente che può nascere da molteplici fonti, trasformando un semplice interesse in un amore duraturo per il mondo delle due ruote. Molte persone sperimentano questa affinità unica attraverso diverse vie, che vanno dall’ispirazione familiare all’attrazione per la libertà e l’avventura oppure seguendo gli sport motoristici .
L’Eredità Familiare: Un Legame Indissolubile.
Per molti appassionati di moto, la passione ha radici profonde nell’eredità familiare. Crescere in un ambiente dove le moto sono parte integrante della vita quotidiana può suscitare un interesse precoce. I racconti avvincenti di un padre , uno zio, o un nonno che hanno sfrecciato su strade, su moto rese mitiche da storie del passato affrontando avventure o disavventure, possono alimentare l’entusiasmo fin dalla Giovinezza. Essere cresciuti in un ambiente dove c’è un appassionato, come ad esempio un padre che magari condivide con il figlio la moto ed alcune esperienze può inevitabilmente fare nascere una passione fin da piccolo.
Libertà e Avventura: Il Richiamo Incontenibile della Strada.
La sensazione di libertà associata alle moto è un potente catalizzatore per la passione. La possibilità di attraversare panorami mozzafiato, di sentire il vento mentre si viaggia e di connettersi intimamente con l’ambiente circostante è irresistibile per molti. Le moto diventano veicoli di avventura, aprendo porte a viaggi epici e esperienze indimenticabili.
L’Influenza Culturale: Icone e Storie da MotoFilm.
Libri e personaggi iconici spesso giocano un ruolo significativo nella crescita della passione per le moto. La rappresentazione romantica e avventurosa di personaggi come Steve McQueen o la conturbante Harley-Davidson nel cinema, Easy Raider, Top Gun possono scatenare un desiderio ardente di vivere simili esperienze. Le storie di Piloti intraprendenti, come Valentino Rossi, narrate attraverso diverse forme di media, possono fungere da ispirazione, contribuendo a plasmare il desiderio di possedere e guidare una moto.
La Tecnologia e l’Innovazione: Attrazione per l’Ingegneria e le Prestazioni
Per alcuni, la passione per le moto nasce dalla fascinazione per l’ingegneria e le prestazioni meccaniche. La tecnologia avanzata, i design accattivanti e la potenza dei motori possono catturare l’attenzione di coloro che apprezzano la maestria tecnica e l’arte dell’ingegneria. La ricerca di nuove tecnologie e la continua innovazione nel settore delle moto possono alimentare questa passione nel corso del tempo.
Quindi possiamo identificare la passione per le moto come un viaggio unico e personale, spesso intrecciato con esperienze, influenze culturali e il desiderio intrinseco di libertà. Che sia guidata dalla tradizione familiare, dalla sete di avventura o dall’amore per l’ingegneria, oppure da un mix di queste cose insieme, questa passione continua a connettere le persone attraverso la gioia di cavalcare su due ruote, di trovarsi e fare amicizia o semplicemente sentirsi parte di qualcosa che aggrega.
COME È NATA LA MIA PASSIONE. Nel mio caso credo che la principale componente, quella che maggiormente ha contribuito alla nascita di questa passione risieda nel contesto familiare. Mio padre è da sempre stato appassionato di motori in generale, che siano state auto o moto poco importava. Di fatto sin da piccolissimo ho sempre chiesto e giocato esclusivamente con macchinine o moto che sono sempre state la mia principale fonte di divertimento.
Da piccolo Mio padre mi raccontava sempre vari aneddoti di quando da giovane, negli anni 70 aveva una Kawasaki 500 Mach3, una moto realmente iconica, ai tempi tra le più attuali, potenti e sportive in giro.
Era una due tempi a tre cilindri in linea da 500cc, un po’ “furbetta” con un motore dall’ erogazione molto appuntita e con un bilanciamento dei pesi fatto apposta per farla sembrare ancora più adrenalinica. Ero piccolo e Il modo con cui ne parlava mi faceva molto appassionare ai suoi racconti. Ne esaltava le doti di potenza, ricordava il sibilo che faceva nelle sue accelerazioni, del suo colore Verde Kawasaki, del fatto che fosse una moto ancora piu esclusiva,la sua, poiché elaborata dal famoso preparatore Gallina di La Spezia. Ne parlava esaltandone ogni cosa e il suo entusiasmo era talmente coinvolgente che anche io riuscivo ad immaginarla pur non avendo idea di come fosse fatta. Mi appassionava.Mi raccontava di quanto all’ epoca la figura del motociclista fosse lontana da quella di oggi. Di come fosse visto dalla gente come un extraterrestre, un incosciente, di sicuro non visto di buon occhio soprattutto dai vecchi dell’ epoca che probabilmente non riuscivano a comprendere l’utilità di un mezzo/razzo dal nome illeggibile. Da lì spesso tornava con il ricordo ad una sua caduta, (a suo dire) cadde a 120km/h, rigorosamente senza casco. Descriveva la caduta come una scivolata durata un tempo infinito in cui ebbe molta fortuna. Mi raccontava di mio nonno, di quando si comprò una Moto Guzzi Falcone colore amaranto, un mezzo preistorico confronto alla sua Kawasaki. Mi parlava di come la usasse per fare il figo al Bar, se possibile per rimorchiare, che la lasciava sul cavalletto accesa facendo ascoltare il rumore tipico di quel mezzo il cui grosso e pesante volano con la sua inerzia faceva scoppiare il monocilindrico una volta ogni tanto potendone contarene i giri al minuto. Ricordo ancora la descrizione di quel rumore.
Insomma forse mio nonno non era un vero appassionato da come ne parlava mio padre, ma per me oggi che non ci sono più sia l’uno che l’altro è come se in qualche modo fossimo ancora legati da un filo che ci unisce. Da quei racconti in poi, ho cominciato a osservare le moderne moto della mia infanzia/adolescenza (fine anni ’80, inizio anni ’90), e le immagini di ogni volta che ne vedevo una dal vivo dopo averla scoperta nelle riviste che compravo assiduamente si sono fissate nella mia mente come delle fotografie, mentre immaginavo di diventare un TOP GUN e di sfrecciare sulle strade sopra una GPZ 900 con una Bernarda bionda dietro. Nel frattempo mio padre, interessato a tutto ciò che si muoveva con un motore, dopo un periodo di stop per dedicarsi alle auto, alle barche, al camper, torno’ alle moto. Quelle moderne. Era l’ inizio degli anni 90 e da lì in poi con le moto “in casa” prese definitivamente vita il vero amore, ci salivo, le toccavo, le guardavo e dai dieci anni in poi ero sempre sulla sella posteriore della supersportiva di turno VFR, CBR, GSX-R,R1 e chi più ne ha più ne metta. In giro sullo strapuntino dietro, per le strade della mia regione in cerca di curve e nuovi paesaggi, al Mugello a vedere i GP oppure le varie corse in salita..ricordi indelebili..
LA CONSACRAZIONE DEFINITIVA
La mia esperienza di motociclista vissuta in prima persona iniziò nel Giugno del 1997 quando quel poster che tenevo sopra il cuscino diventò realtà. Una Aprilia RS 50 grafica Reggiani. Un sogno che si materializzò. Mai come allora ho desiderato tanto qualcosa. Da qui in poi nasce definitivamente la mia esperienza come motociclista che dura fino ad oggi. Con il tempo ho imparato a vivere la moto assaporandola in tutti gli aspetti. La libertà che la moto trasmette,unirla ai paesaggi, alle avventure, ai ricordi e anche alla meccanica, alla bellezza del mezzo, alla storia. in tutto e per tutto. Oggi sono un padre che vive questo aspetto in modo molto personale e individuale consapevole del fatto che la moto mi ha plasmato, che mi identifica in qualcosa di diverso da ciò che sono nella vita di tutti i giorni, che mi dà felicità.
Sono il custode geloso della mia passione, guidato solo dalla voglia ogni tanto di allontanarmi dalla realtà di tutti i giorni per immergermi in qualcosa di personale e radicato da sempre in me, nel mio DNA. La vivo come un’ininterrotta evoluzione, in cui oggi assume una forma e domani chissà. Questo blog rappresenta un esempio tangibile di come la mia esperienza nel mondo delle due ruote si sia evoluta nel corso del tempo. Quello che diventerà questa passione nessuno lo sa, quello che è sicuro è che anche se dovessi smettere di andare in moto, resterà sempre il segno indelebile che le due ruote hanno lasciato in me e nel mio modo di essere.