Girare al Mugello. Cosa ho imparato dalla mia seconda esperienza.
Chi segue il blog ed ha letto i miei articoli si ricordera’del racconto della mia prima volta in pista al Mugello. Entusiasmo a parte si ricorderà anche che mi lasciai aperta la possibilità di tornare un altra volta magari con una moto supersportiva e più adatta all’ uso in pista. Ero sicuro infatti che non sarei più tornato con la cara vecchia Multistrada 1000DS perché è stata ok per fare un esperienza ma sicuramente non è stata la moto giusta per girare in una pista di quel livello. C’e da aggiungere che ho constatato dalla prima esperienza che rispetto al passato (anni fa) l’ ambiente è diventato sempre più esclusivo ed è già difficile vedere una moto con più di dieci anni anche se supersportiva, figuriamoci una crossover, di 20 anni, fuori luogo al massimo. Sul motivo per cui decisi di andare ugualmente con quella moto al Mugello potremmo discutere per una settimana ma la realtà è che due anni fa oltre a non aver nessuna intenzione di cambiarla, volevo veramente togliermi questa soddisfazione, anche per gioco. Con quel modello li sicuramente ci sono andati veramente in pochi, pochissimi . Ehm..
Forse, è proprio anche per via di quella pistata che decisi di cambiare moto, mi sono divertito tanto ma è stato come se a quell’ esperienza mancasse qualcosa, volevo lasciarmi aperta la possibilità di tornare. Oppure è stata una coincidenza di cose insieme. La nascita inaspettata del terzo figlio che ha portato con sé la consapevolezza che le prospettive di tornare in moto con la moglie come ai vecchi tempi si sono completamente allontanate e che quella moto avesse poco senso ormai tenerla visto che le mie uscite sono solo sporadiche “sparate” per diletto. Come ciliegina, la consapevolezza di aver superato gli Anta e che quindi il tempo biologico per guidare una moto supersportiva si sta esaurendo. Ho deciso così di passare ad una moto definitivamente solo per me tornando inaspettatamente a quelle che mi hanno fatto innamorare fin da piccolo. Carenate e con i semi manubri. Quelle che ho sempre considerato LE MOTO per eccellenza. Unite le cose ho comprato una 749 un anno dopo essere andato Al Mugello. Tempo un altro anno per pendere confidenza con il mezzo ed ecco che ho prenotato per la seconda volta. A sto giro per essere il più comodo possibile ho noleggiato il posto nel box. Niente più monta e smonta Gazebo fissato alla meno peggio, sdraie, tappeti e slalom tra le macchine. Ma Un entrata in PitLane diretta, un bagno, corrente sempre disponibile, armadietto di sicurezza e monitor con i tempi in live e posizione dei piloti sulla pista sempre a disposizione che fa molto pilota ma che ad un amatore serve praticamente a…niente.
Inutile dire che a distanza di due anni le sensazioni e le preoccupazioni si sono ripetute esattamente, anzi, questa volta erano anche di più. Prima cosa perché l’ impegno fisico richiesto per guidare una supersportiva non è come quello per guidare una crossover o una naked sia su strada che in pista. Ci vuole più tecnica, più capacità, la moto risponde diversamente ai comandi, c’è anche molta più scomodità. Secondo, perché piu responsabilità hai a casa più la paura di farsi male non è più una cosa solo personale. Non cadere! è sempre stato l’imperativo. In pista si và a tavoletta, inutile negarlo, il gas si apre, c’è velocità e non si và per fare una giratina anche volendo prenderla con calma. Rallentare significa uscire ai Box. Il Mugello è veloce ed è una pista straordinaria proprio per la rapidità delle sue S e del lunghissimo rettilineo che alla fine ti porta ad una curva che va fatta ad 80 arrivandoci a tavoletta. Una piccolissima variazione in ingresso o velocità nelle curve si ripercuote su tutta la traiettoria. Il lungo è sempre dietro l’ angolo e ogni tanto si vede qualcuno nel sabbione anche nel Gruppo degli Amatori.
La differenza sostanziale che ho notato rispetto alla prima volta è che mentre con la multistrada mi sembrava tutto più facile e Un po’ per la ridotta potenza del motore un po’ per la guida alta avevo la sensazione di maggior sicurezza ma soprattutto di poter rimediare sempre anche agli errori più grossolani ( differenze già ampiamente riscontrate su strada) Con la 749 la guida è totalmente diversa, la moto si guida tutta sul davanti, la fiducia sulla ruota anteriore è fondamentale. Anche se la sensazione è quella di una precisione chirurgica e una stabilità maggiore in realtà ho percepito maggior difficoltà nel ripetere esattamente le stesse traiettorie, la guida è più fisica. Per farla breve ho fatto più errori ed ho fatto più fatica anche a spingere sensibilmente di più, Non parlo di lunghi e non sono mai stato eccessivamente largo ma ho avuto più difficoltà a trovare le traiettorie giuste. Avrei potuto fare molto di più. Sono stato molto conservativo anche stavolta. Nel primo turno ho avuto la sensazione di essere più veloce, ma è la stessa illusione già vissuta. In pista corre tutto di più quindi è normale sentirsi veloce rispetto alla strada. Avevo promesso a me stesso di non guardare il cronometro ed è stato così fino al secondo turno quando la curiosità è salita anche perché vedevo che ne stavo superando molti, anche se venivo altrettanto superato. Il cronometro non perdona ed è arrivato subito come uno schiaffo in faccia. Pochi passi avanti rispetto a due anni fa con una moto più sportiva. Ho rosicchiato appena 4 secondi sul miglior tempo ma per il resto non è cambiato molto perché??
Non so quanto possa influire ma Stavolta eravamo di più ed ho trovato più traffico. In alcuni giri ho proprio rallentato. Tra chi andava meno e chi dovevo controllare non mi venisse addosso, spesso non ho potuto pensare solo a fare un bel giro. Ogni bandiera Blu che vedevo mi indicava come spiegato nel Briefing che qualcuno stava arrivando da dietro per superarmi ma non sempre nell’ immediato. Quindi stavo sempre sul chi va la. Altra cosa, a causa della rottura del collettore del cilindro posteriore della mia moto nel quarto turno, ho perso un turno – l’ ultimo – che è quello di della garetta o pareggiamento che spesso è anche quello dove si gira meglio proprio perché ognuno parte in base ai tempi fatti, ossia, hai minor probabilità di superare chi è più veloce e di essere superato da chi è più lento. Ci sta un po’ di bagarre ma sicuramente vieni infastidito meno da quelli più veloci da dietro e la possibilità di fare il tempo migliore è maggiore specie in una giornata affollata. Però col senno di poi se ne dicono tante. avrei dovuto esserci.
CHE COSA HO IMPARATO
Con la Ducati 749 che è una supersportiva nata per la Pista anche se con solo 20cv più della Multistrada 1000ds NON HO GIRATO 10 secondi in meno della prima volta. Nella mia testa avevo pensato ad un tempo, invece sono stato 5/6 secondi più lento di quello che avrei immaginato. Cio’ significa che solo cambiando moto, almeno tra queste due, non c’è stato questo grandissimo divario in termini di tempo sul giro. Probabilmente le potenzialità di una moto nata per la pista sono molto più alte rispetto all’altra in termini di limiti del mezzo ma non basta. Bisogna lavorarci su. Lavorare su velocità, traiettorie e riferimenti. La strada e la pista non sono neanche lontane parenti. Su strada puoi essere veloce ma La pista ha delle regole diverse. Per girare forte in pista specialmente in quelle tecniche e veloci come il Mugello ci vuole preparazione e tempo, non basta la moto e non bastano i km su strada. Bisogna andare più volte e provare. Meglio sarebbe seguire i consigli di chi è più esperto di noi o addirittura seguire un corso. Non farsi prendere dall’ ansia e non cercare di fare cose di cui non siamo capaci se si vuole tornare a casa con la moto e tutti interi. Passo per passo e grado per grado si può migliorare. Sinceramente io ho vissuto questa seconda volta con molta adrenalina e forse troppa ansia e non sono stato in grado di girare realmente con lo scopo di capire dove migliorare. A mente fredda, mi sono reso conto di non essere stato attento a molte cose che avrebbero potuto fare la differenza.
COSA SERVE PER MIGLIORARE
CONTAMARCE Mentre su strada il contamarce non è assolutamente indispensabile è un accessorio fondamentale in pista. Questa volta ne ho sentito veramente la mancanza. Avere il contamarce significa avere una gestione migliore del motore, trovare le marce giuste ripetendole ad ogni giro e allo stesso tempo valutare quale sia la marcia migliore per affrontare ogni tratto del circuito
RIFERIMENTI NELLE FRENATE il miglior modo per sapere se stiamo realmente migliorando e avere sempre la certezza di dove si sta frenando è prendere dei riferimenti. Specialmente alla San Donato è una cosa che aiuta tanto io invece preso dal pensiero di non arrivare troppo forte iniziavo a levare il gas sullo scollino in maniera graduale Senza mai guardare realmente dove iniziavo a frenare. Questo è stato un grande handicap, avrei potuto iniziare da lontano guardando i cartelli invece sempre per il fatto di essere troppo preoccupato di non andare lungo ho sempre chiuso gradualmente arrivando con calma ad affrontare la curva. Sarebbe stato meglio invece essere meno conservativo e più deciso nella frenata…e ci vuole pelo e sangue freddo. Stesso discorso per l’ingresso in curva delle varie S che si susseguono. Cercare riferimenti continui su dove iniziare la frenata e l’ ingresso delle curve è un bel modo per cercare sempre di ripetere le giuste traiettorie. Anche seguire un pilota che ci precede può essere d’aiuto per le frenate.
TORNARE IN PISTA PIÙ SPESSO Sicuramente andare in pista con una certa continuità può aiutare molto per capire come guidare in circuito. Una volta ogni due anni ovviamente non permette molti miglioramenti.
CONSIDERAZIONI FINALI
Devo essere sincero, come già detto sono arrivato con le aspettative di girare molto meglio che con la Multistrada, troppo meglio..Forse ho portato in circuito anche troppa preoccupazione. La paura di cadere rompendo la moto o farsi male inevitabilmente è sempre stata in agguato. Inoltre nonostante aver portato la moto con una preparazione maniacale, olio freni nuovo e apposite pasticche brembo SR per la pista, Pirelli Super Corsa Nuove anche se non in mescola, Frizione nuova, olio motore nuovo e aver controllato che tutto fosse apposto, al quarto turno si è spezzato il collettore del cilindro Posteriore. In scalata alla Bucine il rumore della moto è diventato di botto assordante. La preoccupazione all’ inizio è stata quella che fosse successo qualcosa di grosso al motore invece “per fortuna” è stata una cosa rimediabile anche se siamo dovuti uscire dal circuito per recarsi in un officina a Borgo San Lorenzo per fare saldare il collettore. Smontato e rimontato a tempo di record. Per fortuna tutto si è risolto perché altrimenti sarei dovuto tornare a casa Senza la moto. In ogni caso nonostante la velocità dell’ intervento non sono tornato in tempo per l’ ultimo turno. L’ esperienza come sempre è stata emozionante ed adrenalinica e va benissimo anche vissuta così. Andare in pista con la propria moto specialmente se ci teniamo è inevitabilmente un rischio. Il motore e tutto il resto delle componenti sono stressate come non succede in strada. Una scivolata anche banale può compromettere per sempre il futuro della moto. Se mi sono divertito??? Meno dell’ altra volta purtroppo anche per quel guaio alla moto ma girare al Mugello ti fa sentire per un giorno un pilota e ti mette di fronte ad un mondo dove capisci che chi gira forte c’è e si trova un abisso davanti a te. Per raggiungere quei risultati ci vuole tempo, mezzi ed esperienza. Essere amatore e girare da amatore va presa un po’ con filosofia, concentrandosi solo sul divertimento e Senza rincorrere nessun risultato. Il Mugello non è una pista per neofiti, è impegnativa, veloce e tecnica. Girarci è comunque una bella soddisfazione. Tornerò? Non lo so sinceramente se al Mugello. Adesso mi è venuta voglia di provare un circuito più corto e meno veloce. Probabilmente potrei esprimermi meglio e imparare ancora qualcosa ma è tutto da vedere. Vi farò sapere.