L’ evoluzione del design nelle Supersportive.Anni di progresso e innovazione
In questo articolo parlerò dell’evoluzione delle linee in una precisa categoria di motociclette, ovvero, le stradali supersportive, quelle che più di tutte seguono e si ispirano alla naturale evoluzione delle moto da corsa, e anche a quanto estremo sia diventato il design (a volte eccessivo) delle moto di oggi.
Non preoccupatevi, non inizierò dalla prima motocicletta, e cioè da quella bicicletta con il motore che oggi ci fà sorridere e ci ricorda di quanto fosse stato duro spostarsi ai tempi , nel quotidiano, pedalando tutto il giorno. All’epoca, trovare un sostituto alle proprie gambe sarà stata una rivoluzione.
Partiamo dunque dal più logico avvento della carenatura con il cupolino, segno distintivo di una moto sportiva. Le motociclette anche quelle da corsa erano di fatto delle naked, fino a quando si scopri’, con il salire delle velocità che c’era la necessità di migliorare la penetrazione aerodinamica anche per aumentarne ulteriormente le velocità di punta.
Ispirate all’esperienza aeronautica, le prime carene quasi sgraziavano le moto che con quegli enormi cupolini tondi e quelle carene corte e basse, davano alla moto l’idea di essere seduta dietro..A vederle oggi risulta difficile pensare che la cosa potesse piacere, ma evidentemente la necessità di questo accessorio era tale da rendere tutto il resto ininfluente.
Nelle competizioni su strada o pista le prime carenature risultavano poco gradite dai piloti a causa delle reazioni che variavano l’assetto della moto, dell’ingombro che ne diminuiva la maneggevolezza e del ridotto raffreddamento del propulsore.
Con il passare degli anni però furono risolti i primigeni problemi e le carene videro crescere esponenzialmente il loro impiego, a partire dalle corse, ambiente in cui praticamente viene sperimentato tutto quello che poi troviamo anche sulle moto in produzione di serie.
La linea nelle moto vide un’ evoluzione decisa e un netto miglioramento tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 come dimostrano la meravigliosa Yamaha YZR 500 ow61 del 1982 e la ancor più bella e a solo 2 anni dalla prima, la NSR 500 del 1984.
1982 Yamaha YZR 500 di Kenny Roberts Honda NSR 500 di Freddi Spencer 1984
Gli anni 80 sono stati veramente anni di evoluzioni senza precedenti nel mondo delle 2 ruote, con innovazioni tecniche e sviluppi telaistici importantissimi, di conseguenza le linee cambiarono ad una velocità impressionante andando a definire verso fine degli stessi anni il concetto di moto attuale.
Per la produzione di serie ci fu però un comprensibile ritardo nella messa in strada di tali progressi raggiunti dalle più belle moto da Gran Premio ma tutto scoppio’ come una bomba, tanto che in soli 5 anni, dal 1985 al 1990 le supersportive stradali furono stravolte, nuovi telai a delta, nuovi forcelloni, cerchi e gomme maggiorate cambiarono per sempre il layout delle moto, rendendole di fatto “moderne” . Qui sotto metto a confronto alcuni modelli Hyper-sportivi dell’ epoca per far capire al meglio il cambiamento di cui parlo in un lasso di tempo ristrettissimo.
HONDA VF 500 1985 vs VFR750R 1990 KAWASAKI Gpz 900r 1985 Vs Zxr 750 1990 YAMAHA Fz 750 1985 Vs Fzr 750r 1990 SUZUKI Gsx-r 750 1985 Vs Gsx-r 750 1990 DUCATI F1750 1985 Vs 851 1990
A mio parere le moto che poi furono costruite negli anni 90 sono le più affascinanti di sempre, le linee si sono evolute ulteriormente anche se le fondamenta furono gettate per sempre in quegli anni di profondo cambiamento, una sorta di rinascimento delle moto, un carnevale di idee ed innovazioni che riguardarono anche i motori, i freni e gli ammortizzatori. I principi costruttivi di base, lo scheletro, è lo stesso ancora oggi tanto è vero che se spogliamo una moto di allora ed una di oggi non ci accorgeremo subito di grandi differenze.
Honda CBR900RR 1992 Honda CBR1000 2019
Nel 1994 ci fu un altra grande spinta in avanti nello stile, nacque una moto che lasciò tutti esterefatti, plasmata dal vento, slanciata, corta con gli scarichi posizionati sotto il codone, rese di colpo tutte le concorrenti grasse e tozze, la Ducati 916, disegnata da quel Leonardo Da Vinci delle due ruote che fu Massimo Tamburini. Tanto bella da essere esposta al MOMA (museo di arte moderna a New York). Questo genio disegnò anche un altro grande capolavoro, la MV augusta F4 presentata nel 1997, una linea talmente attuale che oggi a distanza di più di venti anni non sono riusciti ancora a stravolgere e di fatto è sempre la stessa. 20 anni….
DUCATI 916 1994 MV Augusta F4 1997
In questi ultimi vent’anni, e sono tanti, se ci pensate bene, non è stato più compiuto quel grande salto fatto in passato e le moto per quanto si possono considerare diverse (specialmente per l’elettronica con le complesse piattaforme inerziali) sono rimaste le stesse in sostanza..in molti casi si sono limitati all’estremizzazione delle linee che sotto certi aspetti risultano un tantino eccessive e sempre meno personali...stiamo forse andando verso moto sempre più simili tra loro? limate al punto da far fatica ad individuarne i particolari? tra codini fini come unghie, cupolini sempre più taglienti e appendici aerodinamiche. Vedremo cosa si inventeranno i futuri designer, se riusciranno a fare ancora dei passi avanti o se siamo effettivamente arrivati al capolinea.
MV Augusta F4 2019 Ducati V4R 2019
Anche in questo caso pero’ possiamo cercare delle risposte nelle competizioni dei prototipi . Merito anche degli studi sempre più accurati nelle gallerie del vento nel corso degli anni , le moto da Gran premio ci stanno dicendo da un po’, che per quanto riguarda il design, siamo arrivati al ritocco dei dettagli e basta mettere a confronto una MotoGp qualsiasi degli inizi della categoria e una di oggi per capirlo. Quindi sarebbe curioso cercare di capire dove finisce l’innovazione e inizia l’eccesso che vediamo oggi in alcuni casi
Suzuki Gsx-RR motogp 2019 Kawasaki Zx-RR motogp 2003