Mi è nato un bambino. E adesso, la moto?
Ciao a tutti, il 5 mattina mi è nato un bambino, in quel momento credo proprio di aver raggiunto una felicità mai provata prima, difficile da descrivere a chi non l’ha mai vissuta. Si può immaginare cosa può essere, ma viverla è diverso, è un po’ come (nel nostro caso) uno che prova ad immaginare cosa voglia dire andare in moto ma su di una moto non c’è mai stato. Può solo fantasticarci su ma viverla è diverso. Quando me lo dicevano credevo che il mio spirito di immedesimazione fosse sufficiente per comprendere…non c’è niente di più lontano. Niente fino ad oggi mi ha dato tanto. E quando dico niente è veramente niente…la vita che ho vissuto fino ad oggi prende il significato che tutto quello che sono stato, che ho visto, che ho provato è stato solo un lungo percorso che mi ha portato a vivere questo momento.
L’immagine che ho messo in copertina rappresenta al meglio quello che voglio dire con questo articolo. I guanti di un motociclista che abbracciano una neonata con un casco sullo sfondo, il padre motociclista che incontra una piccola e indifesa creatura che non c’entra assolutamente niente con la sua passione e un rombante motore. Sono due cose pressoché agli antipodi.
Questa foto mi ha toccato nel profondo perché non è solo una foto artistica, è stata fatta dalla madre di un ragazzo… purtroppo morto poco tempo dopo la nascita della sua piccola. La prima cosa che viene da pensare è che il centauro sia scomparso in un incidente con la moto, invece no, questo ragazzo e’morto in altre circostanze. Il casco e l’abbraccio con i guanti sono il simbolo eterno dell’amore di un padre che non c’è più e della sua grande passione.. La moto. La madre del ragazzo ha voluto compiere questo toccante gesto artistico, probabilmente per la piccola, perché un giorno capisca. Realizzerà che c’è stato un padre che l’avrebbe amata tutta la vita ed è solo per colpa di un destino beffardo e della assoluta precarietà della vita che questo non è avvenuto… Però quel sentimento, anche se per poco, è stato grande abbastanza per amarla in eterno.
Tutta questa vicenda fa riflettere molto..specialmente sul fatto che spesso quelli che noi identifichiamo come potenziali pericoli, poi in realtà fanno parte di tutto il resto delle cose che facciamo.. vado in moto,vado in scooter e vado in bici, poi mi arrampico anche sul tetto a cambiare una tegola. Ci preoccupiamo di evitare una cosa e poi ne capita un altra..non ci sono situazioni evitabili se il destino decide di mettersi in mezzo.
Vendere la moto non è la soluzione a tutti i problemi, vendere la moto è un passo da fare solo in casi estremi o per problemi econonici seri..ma non deve essere presa come una questione di maturità nel senso che “il ragazzo ha messo giudizio” ora che è nato il bimbo. Ok, allora lo stesso ragazzo non deve più salire neanche sul tetto!!
È sbagliato privarsi di una cosa che ci piace tanto. Personalmente credo che il mio problema più grande sarà la mancanza di tempo. Tempo che passerò ovviamente più volentieri insieme al mio bambino…nella lista delle proprietà la moto non è certo ai primi posti (a meno che non si campi grazie ad esse) ma è sempre una parte importante della vita di chi le ama!
Il vero motociclista lo trovi anche in tuta sulla raticosa, che per pranzo deve essere assolutamente a casa perché ha una famiglia che lo aspetta!!
La nascita di un bambino è un evento che porta ad essere solo più riflessivi e responsabili, in tutto ed a 360 gradi.. questo può solo farci bene!