1990-2020 le moto da corsa più belle e significative degli ultimi trent’anni (parte 2°)

1990-2020 le moto da corsa più belle e significative degli ultimi trent’anni (parte 2°)

28 Maggio 2020 0 di La Redazione

Iniziamo con la seconda parte in cui inserirò altre quattro moto da corsa bellissime e significative. In questa parte altri dieci anni, le moto che vanno dal 2000 al 2010!

Honda VTR 1000 Sp-2 2002

Iconica come poche altre, la Honda VTR 1000 nelle due versioni Sp-1 ed Sp-2 è anche conosciuta, più nello specifico, con un unico nome, RC51. Rappresenta la prova di forza del colosso Honda, che quando decide di fare sul serio, per gli altri arrivano i guai. Fu così che nel 2000 dai laboratori HRC uscì fuori qualcosa di nuovo, con un motore semi inedito a V di 90° la cui architettura era stata presa dalla VTR 1000 f firestorm in produzione dal 97. Le due moto non avevano neanche una vite in comune e di fatto, la Sp era del tutto nuova, lo sforzo economico fatto, fu ingente..i giapponesi evidentemente stufi di un regolamento che favoriva i bicilindrici, costruirono quella che è stata la dimostrazione che ad armi pari la casa alata può confrontarsi con chiunque e vincere ovunque.

Anche se la moto di serie in fin dei conti non aveva niente di eclatante in quanto a dati tecnici e soprattutto con un peso decisamente elevato per i tempi (e neanche esclusiva come le precedenti RC 30 e RC 45 prodotte in serie limitata) era indubbiamente bella e la versione che correva in SBK con gli scarichi alti appiccicati al codone, privato del fanalone demodé, esaltavano il bellissimo forcellone in alluminio (ancora più bello nella SP2) slanciando al contempo tutta la parte posteriore della moto. Tutto era rifinito dalla stupenda colorazione Castrol del Texano Colin Edward, pilota fulcro per la vittoria dei due mondiali in SBK conquistati da Honda nel 2000 e 2002. La VTR 1000 resterà per sempre tra gli amatori ed appassionati, la bellissima Honda protagonista di uno dei duelli più belli di tutta la storia delle corse in moto. Imola 2002 che vide protagonisti, Edwards e Bailyss.

DUCATI 999 F03/04 (2003/2004)

probabilmente molti storceranno il naso nel vedere in classifica la criticata (nelle linee) Ducati 999 disegnata dal Francese Pierre Terblanche, il designer che con le sue idee stravolse completamente il volto delle Ducati dei primi anni duemila, creando però anche dei modelli che ebbero un discreto successo e seguito, come ad esempio la Hypermotard. La 999 non fu accolta nel migliore dei modi, d’altra parte, Fu un compito molto ostico ricoprire il vuoto lasciato della favolosa e ormai mitica 916.. ma se la 999 versione stradale non era altrettanto bella anche in parte, a causa della scelta delle fanalerie, degli specchietti, e una linea laterale molto “orizzontale”, la versione che correva in SBK era veramente un altra cosa.

La 999 , a differenza della 916, fu sviluppata, prima, dai piloti in pista e successivamente omologata per la strada, non a caso vinse subito al debutto. La cosa sorprendente fu che la casa di Borgo Panigale si impose nuovamente in SBK anche con il nuovo regolamento che non avvantaggiava più i bicilindrici in termini di cubatura, dal 2003 anche le quattro cilindri erano 1000cc. Questa fu una bella rivincita su tutte le critiche e Ducati dimostrò di aver sviluppato il bicilindrico portandolo ad un livello altissimo. Per tutti questi motivi e per il dominio assoluto che ebbe nei primi due anni è considerata la Ducati più efficace di sempre in Superbike. Nel 2003 Ducati vinse tutte e 24 le gare del campionato tra 999 e 998R. La storia si ripetè nel 2004 ma con la sola Ducati 999 F04 che nelle quattro gare che non vinse, arrivò seconda. Sorprendente.

KAWASAKI ZX-RR MotoGp (2006)

Un altra moto veramente bella della prima decade degli anni 2000 è stata la Kawasaki Zx-Rr MotoGP. Anche se non ottenne mai risultati rilevanti, questa moto è stata sinonimo di coraggio da parte della casa giapponese che dopo anni di assenza dal motomondiale decise di tornarci sfruttando la nascita della MotoGp nel 2002 che rappresentava il punto zero per tutte le case, in termini evolutivi. La linea è stata tra le più compatte e filanti mai costruite nella classe regina e il suono del 4 cilindri in linea, che raggiungeva un regime di rotazione molto alto, era bellissimo e tra i più potenti dell’epoca con oltre 240cv. A tutt’oggi è stato l’ultimo propulsore con questa architettura in MotoGP. La ZX-RR Rigorosamente tinta di uno sgargiante verde, non era difficile da distinguere in mezzo alle altre.

Per progettare e costruire la moto, la casa di Akashi sfrutto’ la grande esperienza maturata in SBK e come base scelse un telaio in alluminio a doppio trave e un forcellone bibraccio scatolato. La tecnologia era raffinatissima ma nonostante l’impegno e le elevate prestazioni non è stata una moto dalla facile messa a punto e forse fu proprio a causa di quel quattro cilindri in linea con scoppi in modalità screamer e con una curva di erogazione troppo appuntita, il problema principale. Ad ogni modo resta una delle moto più belle che si siano viste nelle corse ed ascoltarla girare in pista è stata per il sottoscritto, un esperienza da brividi.

APRILIA RSV4 (2009/2010)

Fa un certo effetto pensare che una moto del decennio scorso possa aver superato praticamente immutata nelle linee ben undici anni e restare ancora attualissima e bellissima. Effettivamente l’RSV4 al debutto aveva veramente anticipato i tempi entrando a far parte di quelle moto che hanno fatto un salto evolutivo tale da invecchiare tutto il resto. Il 2009, anno del debutto, fu il preludio di un periodo d’oro per la casa Italiana, che ingaggiato Max Biaggi, vinse il mondiale Superbike nel 2010 e 2012 e ed ancora una volta nel 2014 con Guintoli portando i primi allori alla casa veneta della storia in Superbike.

la Rsv4 Superbike aveva il nuovo motore a 4 cilindri a V longitudinale di 65°, distribuzione bialbero a camme (DOHC), quattro valvole per cilindro che girava a 15.000 giri al minuto e sviluppava una potenza di oltre 220cv nel 2010. In quell’ anno sfoggiava una livrea molto bella con lo sponsor Alitalia, anche se forse era più bella la versione del debutto su base nera del 2009. L Rsv4 quando uscì era la moto di riferimento e forse è stata la prima Hyper sportiva venduta al pubblico ad assomigliare un pochino di più alla MotoGP quanto a soluzioni tecniche. Meravigliosa.